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Sindrome del nido vuoto: quando i figli se ne vanno

Cos’è la sindrome del nido vuoto

 

C’è un detto, molto famoso tra le mamme, che recita: “Le giornate sono lunghe ma gli anni volano”. Ed è proprio così quando si tratta di figli: le notti insonni, le poppate, le continue richieste di attenzioni sembrano non passare mai, ma poi ti distrai un attimo e quei piccoletti sono diventati giovani uomini e donne pronti ad affrontare la vita adulta.

 

È normale, anzi auspicabile, che prima o poi i figli vadano via di casa per imparare a cavarsela da soli. Se da una parte siamo orgogliose di loro, dall’altra potremmo sentirci abbandonate dai nostri figli, sperimentando la cosiddetta sindrome del nido vuoto. È una condizione abbastanza comune, ma non dobbiamo preoccuparci né meravigliarci: d’altronde, la casa adesso sembra così vuota, quando fino a ieri era piena delle loro urla, delle loro risate, delle loro camerette disordinate… Questo silenzio improvviso sembra invece sopraffarci, ma dopo un primo momento di sconcerto possiamo imparare a riempirlo nuovamente con nuovi suoni e colori – lasciando sempre aperta la porta ai nostri amati ragazzi!

 

Un nuovo equilibrio

 

Come avrete già capito, non siete sole: la sindrome del nido vuoto accomuna moltissime mamme che vedono partire il proprio figlio o figlia, e raramente sfocia in una vera e propria depressione (in questo caso, l’aiuto di un professionista può esserci d’aiuto). Si tratta piuttosto di un senso di tristezza e malinconia dato dal distacco, e dalla conseguente necessità di abituarsi ad esso. In altre parole, dobbiamo imparare ad adattarci a un nuovo equilibrio. Come fare?

 

Innanzitutto, partiamo da un dato di fatto: si tratta di un vero e proprio cambiamento a cui non possiamo sottrarci. Come abbiamo detto prima, è assolutamente normale che i figli vogliano costruirsi il loro futuro, e noi per prime glielo auguriamo. Li abbiamo preparati proprio per questo: se sono volati via dal nido, significa che sono pronti ad affrontare il mondo.

 

Non dobbiamo quindi avere paura per loro se decidono di andare a convivere o a fare un’esperienza di studio o lavoro in un’altra città: sono assolutamente in grado di prendersi cura di se stessi, e adesso è arrivato il momento di dimostrarcelo – rendendoci mamme orgogliose!

 

Noi al centro

 

Dopo aver parlato di figli, è giunto il momento, in questo paragrafo, di spostare il focus da loro a noi. I nostri ragazzi non si offenderanno, anzi saranno contenti di sapere che le loro mamme (e i loro papà) hanno finalmente un po’ di tempo da dedicarsi.

 

Nel precedente paragrafo abbiamo parlato di equilibrio: prima, al centro di esso stavano i figli. Adesso invece dobbiamo imparare a metterci noi stesse, ricentrando la nostra esistenza consapevoli che i nostri figli adesso sanno badare a loro stessi.

 

Che cosa possiamo fare nel concreto, quindi, per superare la sindrome del nido vuoto? Vediamolo insieme:

  • Possiamo dedicarci ad attività in solitaria o in compagnia delle amiche, come una passeggiata nella natura, riscoprire un hobby, pianificare delle serate al cinema o a teatro, riprendere i contatti con persone che ci eravamo perse per strada per via dei mille impegni… Insomma, pensiamo a ciò che ci piace fare e alle persone con cui amiamo passare del tempo, e vivremo le nostre giornate con leggerezza e spensieratezza.

  • È l’occasione giusta per riscoprire l’intesa con il partner: che sia il padre dei nostri figli o un nuovo partner, è naturale che, finché i ragazzi erano a casa, abbiamo avuto meno tempo da dedicargli. Adesso invece possiamo investire più energie sul rapporto di coppia, anche in questo caso organizzando attività da fare in due: partire per quel viaggio che abbiamo sempre rimandato, iscriverci a un corso di tango o di cucina, o anche solo ritagliarci delle serate intime. Torniamo ad essere una coppia, oltre che genitori!

Teniamoci in contatto

 

Torniamo infine a parlare dei nostri figli, ma con una nuova consapevolezza: che sono andati via di casa, ma non dalla nostra vita. Sentirsi abbandonati dai figli è infatti uno dei sintomi della sindrome del nido vuoto, ma se lasciamo da parte l’emotività per far posto alla razionalità, sappiamo che loro ricambiano il nostro affetto in maniera incondizionata. Non lasciamo che la sindrome del nido vuoto tarpi le ali ai nostri figli: permettiamo loro di volare via!

 

Anche se escono di casa, possiamo comunque mantenerci in contatto coi nostri ragazzi, e al giorno d’oggi la tecnologia ci viene in aiuto: grazie a telefonate, messaggi, videochiamate e social network, possiamo sentirli praticamente tutti i giorni, se loro lo vorranno. Inoltre, possiamo pensare di pianificare degli appuntamenti per sentirci o vederci: una volta a settimana, due volte al mese… Ma sempre con massima flessibilità, ricordandoci che adesso il nostro bambino o bambina è una persona adulta, e come tale presa da mille impegni! Quindi, non prendiamocela se una sera non riesce a chiamarci a causa di un appuntamento improvviso. Piuttosto impariamo a comprendere i suoi nuovi bisogni e ricordiamogli (o ricordiamole) che, qualunque cosa accada, mamma e papà rimangono il suo porto sicuro.

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