Possiamo dire che una donna è entrata nella fase della menopausa se registra l’assenza delle mestruazioni per almeno dodici mesi consecutivi. Di norma la cessazione ciclica dell’attività ovarica avviene intorno ai 50 anni, quindi parliamo di menopausa prematura quando la fase fertile di una donna cessa prima dei 40 anni. È un fenomeno che coinvolge circa l’1-3% delle donne italiane in età riproduttiva, che è causa di molti disagi psicologici, oltre che fisiologici.
Perché si verifica?
La menopausa precoce si può verificare in maniera indotta o spontaneamente. Nel primo caso, la donna può aver subito un intervento chirurgico di asportazione di entrambe le ovaie o di isterectomia. Altre cause possono essere le terapie farmacologiche o i trattamenti radioterapici. Alcuni di questi, infatti, producono conseguenze differenti sulla fertilità della donna.
Quando avviene spontaneamente è dovuta a un’insufficienza ovarica che decreta la fine dell’età riproduttiva, con un arresto prematuro dello sviluppo follicolare. Specifichiamo che nella maggior parte dei casi non si riesce a identificare la motivazione specifica di questo fenomeno. Spesso si tratta di anomalie genetiche, quindi una predisposizione familiare: di solito la precocità della menopausa è ereditaria, naturalmente per parte di madre.
Le alterazioni cromosomiche complesse che possono variare da persona a persona sono da considerare tra le cause della menopausa precoce.
Anche uno stile di vita errato, soprattutto il fumo e l’abuso di alcol, sembrano poter influire notevolmente in alcuni casi.
Quali sono i sintomi?
I sintomi sono spesso difficili da interpretare e comunque coincidono con quelli che accompagnano la menopausa naturale. Spesso abbiamo una cessazione improvvisa o comparsa irregolare dei flussi mestruali. Il ciclo subisce dei cambiamenti evidenti: ad esempio diventa irregolare mese dopo mese, oppure è caratterizzato da perdite di sangue abbondante, a carattere emorragico. L’evoluzione di questi segni è l’amenorrea, ovvero l’assenza delle mestruazioni per almeno tre mesi e, di conseguenza, la loro definitiva scomparsa.
Effetti collaterali sono poi le vampate di calore avvertite come un improvviso senso di caldo seguito da intensa sudorazione, secchezza vaginale, problemi di controllo della vescica, tachicardie passeggere, diminuzione del desiderio sessuale. Queste sensazioni sono un segnale mandato dalle ovaie le quali riducono la produzione di estrogeni.
Come affrontare la menopausa anticipata
Per una donna che si sente ancora in età riproduttiva, il fenomeno può essere emotivamente perturbante. La prospettiva di non poter avere più figli, di sentirsi meno “donna”, è quindi la conseguenza più dolorosa da affrontare.
In questa fase delicata è importante e fondamentale mantenere la calma, restare serena e non cedere alla tentazione di sentirsi diversa, cadendo così nello sconforto. La terapia ormonale sostitutiva garantisce una vita del tutto simile a chi ha ancora una normale funzione delle ovaie: si possono avere dei flussi mestruali regolari, vita sessuale normale e appagante, arginare i danni dovuti alla carenza estrogenica.
Tutto questo però, deve avvenire sotto la tutela di un medico specialista, attraverso consulti periodici.