Vivere bene in città a 60 anni e oltre è diventato (anche) l’obiettivo di tecnici, architetti e ingegneri che finalmente si sono resi conto di dover rendere le metropoli e le realtà cittadine a misura di chi vive “attivamente” la terza età. La percentuale di persone adulte “in età” è in costante aumento, grazie anche alle condizioni migliori di vita. Secondo i rapporti dell’O.M.S., l’Organizzazione Mondiale della Sanità, trascurare la realtà di una popolazione dall’età media elevata potrebbe rendere invivibili prima di tutto le grandi metropoli globali e poi qualsiasi ambiente cittadino. Per questo, potrebbero essere 4 gli elementi fondanti su cui bisogna sviluppare la città del futuro: maggiore accessibilità del trasporto pubblico, nuove aree residenziali dove poter godere di aree verdi attrezzate e accessibili, aiutare lo sviluppo di innovazioni mediche e della loro diffusione su tutto il territorio, lasciando nelle strutture ospedaliere solo i servizi più complessi, e trasferendo quelli più semplici come le cure mediche quotidiane, in altri luoghi vicini alle zone residenziali e infine creare e rimodulare spazi e luoghi pubblici per favorire la partecipazione e la convivialità e creare dinamiche di inclusione sociale. Tutto ciò si può realizzare attraverso l’uso della tecnologia che abbatte i muri e le distanze tra gli anziani e il resto della società, ma anche l’intervento dei privati che potrebbero creare così posti di lavoro.
Le città senza età, qualche esempio concreto
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha istituito nel 2004 un progetto a favore dell’invecchiamento in salute denominato Healthy Ageing Subnetwork.
Dal 2009 (e fino al 2018) alla guida del progetto c’è la città di Udine che possiamo definire la città più “nonny friendly” d’Italia dove sono presenti associazioni contro la solitudine, gruppi per andare in montagna, corsi di formazione e lezioni in classe. E’ stata anche creata nel 2012 una ludoteca pubblica su tre piani (raggiungibili ovviamente con l’ascensore) con più sale e con giochi diversi che richiamano tutti, dai più piccoli agli over 70, impegnati, questi ultimi, in attività che li allontanano dal gioco d’azzardo, problema molto sentito nella città friulana.
Anche Imperia sta lavorando per trasformarsi con il progetto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità attraverso percorsi inclusivi e accessibili, potenziamento dei servizi sociali e socio-sanitari, miglioramento di spazi esterni ed edifici, mezzi di trasporto a piedi e spazi verdi, panchine pubbliche ben ubicate, in buone condizioni e sicure, bagni pubblici ben segnalati, marciapiedi ben illuminati e privi di barriere architettoniche, edifici accessibili, trasporti pubblici con posti riservati.