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Chinesiterapia: cos’è, a cosa serve, come funziona ed esercizi consigliati

A cosa serve e come funziona

Chinesi deriva dal greco “kinesis” e significa movimento. L’obiettivo di questa disciplina è quello di facilitare il recupero del corretto funzionamento articolare. La chinesiterapia è indicata per coloro che hanno subito un trauma o che sono rimasti fermi a seguito di un intervento chirurgico delicato. A causa di un gesso o di un tutore l’articolazione può perdere vigore e l’elasticità dei tessuti può venir meno. In questi casi il terapista mobilizza le articolazioni coinvolte nella limitazione cercando, attraverso un lavoro graduale, di far riacquistare al paziente la maggior mobilità.
Il trattamento della chinesiterapia deve essere sempre accompagnato da un esperto, in questo il terapista, che individui gli esercizi più adatti alla patologia della persona. I tempi della guarigione devono essere rigorosamente rispettati, per cui si lavorerà sotto la soglia del dolore, facendo fare al paziente, all’inizio, solo dei movimenti minimi. Si imposterà un programma riabilitativo ampio in cui alla mobilizzazione passiva e attivo-assistita vengono associate. Di norma le sedute hanno una durata di circa 60 minuti e, a seconda del programma definito, la frequenza può variare col tempo.

Tipologie di esercizi

La chinestesia può svolgersi in diverse modalità: si possono svolgere gli esercizi in gruppo, ad esempio, in relazione alle patologie che la persona può avere. Si cerca di sollecitare le capacità muscolari latenti dei soggetti, così da accelerare la guarigione e infondendo fiducia nelle possibilità del paziente.
Ci sono anche degli esercizi attivi da svolgere in modo individuale, dietro specifiche date dal fisioterapista: questi sono volti ad acquisire e migliorare la forza muscolare, la flessibilità e la coordinazione dei movimenti.
Gli esercizi passivi svolti in sessioni individuali, invece, sono dei movimenti passivi che vengono svolti dal fisioterapista. La tecnica terapeutica mira ad aumentare la flessibilità delle articolazioni.
Gli esercizi attivi passivi vedono una partecipazione attiva del soggetto ma con l’aiuto del fisioterapista per migliorare le funzioni danneggiate a seguito di un incidente o di un periodo di immobilità prolungata.
Il cyriax è un metodo clinico che si concentra su di un arto specifico per individuare ed eliminare le cause del dolore, non solo degli arti ma anche dei tessuti come tendini e legamenti.
C’è un poi un metodo che mira a ridurre l’eccessiva tensione muscolare con delle specifiche prese e pressioni che vanno a sciogliere, rilassare i muscoli legati: si chiama terapia dei punti trigger ed è molto efficace se si hanno disturbi acuti o cronici.
La chinesiterapia prevede anche delle tecniche di rilassamento muscolare che possono essere eseguite con della musica per creare una piacevole atmosfera di relax.

Chinesiterapia e pavimento pelvico

La disciplina della chinesiterapia può essere un valido aiuto anche con l’arrivo della menopausa, quando l’organismo cambia, o subito dopo il parto, in soccorso del pavimento pelvico da rinforzare. La rieducazione perineale è un approccio terapeutico valido per arginare i disturbi dell’incontinenza urinaria. Secondo vari studi effettuati raggiunge la guarigione o un notevole miglioramento nel 70 % dei casi. Come sostiene la dottoressa Biroli, fisiatra dell’Ospedale San Giovanni Bosco Torino, “Le tecniche riabilitative sono rappresentate principalmente dalla Chinesiterapia perineale che si avvale di esercizi di rinforzo muscolare del pavimento pelvico (il gruppo di muscoli che chiude inferiormente il bacino e forma la parete inferiore della cavità addominale) in rapporto alla postura, alla respirazione e alla dinamica corporea.” La ginnastica perineale legata alla chinestesia si basa su semplici movimenti come contrarre e rilasciare i muscoli perineali che migliorano il sostegno uretrale e il meccanismo di chiusura, così da ridurre le perdite urinarie. La riabilitazione non è invasiva, senza effetti collaterali, semplice e poco dispendiosa. Prosegue la dottoressa: “il counselling riabilitativo consiste infine nel fornire al paziente dei consigli in relazione alla sua situazione corporea, alimentare, sociale, lavorativa. Tra questi ricordiamo il calo ponderale, la regolarizzazione intestinale, la correzione dell’apporto di liquidi, la modificazione dei gesti che provocano le perdite.

Fonte: www.siud.it/notizia.php?tid=12

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