Ottobre è il mese della prevenzione del tumore al seno
Approfittiamo di questo momento per imparare come esaminare il nostro corpo ed essere consapevoli dei suoi cambiamenti, così da prevenire l’insorgere di questa patologia.
Definizione e tipologie di tumore al seno
Prima di tutto è bene conoscere la definizione clinica di questa malattia. Si tratta di una neoplasia maligna causata dalla crescita incontrollata delle cellule di uno dei tessuti che compongono l’area mammaria o dei dotti lattiferi.
Riguarda prevalentemente le donne ma è importante sapere che anche gli uomini possono esserne colpiti, sebbene con una frequenza molto più rara.
Il cancro al seno può presentarsi in due tipologie: forme invasive e forme non invasive.
Nel primo caso rientrano il carcinoma duttale infiltrante e il carcinoma lobulare nonché altre forme meno frequenti, come il carcinoma papillare o quello tubulare, mucinoso o cribriforme. Si caratterizzano per la capacità delle cellule tumorali di invadere e infiltrare altri tessuti intorno a loro.
Nel secondo invece troviamo la neoplasia duttale intraepiteliale (DIN), conosciuta anche come carcinoma duttale in situ, e la neoplasia lobulare intraepiteliale (LIN). In questo caso, le cellule non riescono a diffondersi nei tessuti circostanti, rendendo la proliferazione limitata a un’area specifica del corpo.
Tumore al seno e fattori di rischio
Analogamente ad altre patologie tumorali, anche per il carcinoma mammario esistono numerosi fattori di rischio. Su alcuni di questi è possibile agire per ridurre il rischio che il quadro clinico evolva, per altri invece non c’è questa possibilità. Le correlazioni più significative trovate dai medici riguardo a questa neoplasia sono:
Ereditarietà
Le donne che hanno tra i familiari più stretti tale patologia, presentano un fattore di rischio maggiore. BRCA1 e BRCA2 sono i geni a carico di queste mutazioni che possono essere trasmessi.
Ricorrenza
Le persone che hanno già avuto esperienza di neoplasie alla mammella in passato, sia benigne che maligne, hanno più probabilità di vedere l’evento ripetersi; in particolare se si è dovuto ricorrere a radioterapie in questa zona, anche per tumori come quello del linfoma di Hodgkin.
Terapie ormonali
Chi si è sottoposta a terapie ormonali post-menopausa potrebbe riscontrare questo tipo di effetto collaterale, qualora la terapia si protragga oltre una certa durata.
Età avanzata
Secondo studi epidemiologici, l’incidenza del cancro al seno è maggiore nella popolazione femminile over 50.
Periodo di inizio e fine del ciclo mestruale
Le donne che hanno avuto mestruazioni precoci e menopause tardive sono più a rischio, probabilmente per fattori ormonali.
Seno denso
Questa caratteristica fisica, in cui il tessuto ghiandolare e connettivo è maggiore rispetto a quello adiposo, sembrerebbe influire sulla comparsa del carcinoma mammario.
Naturalmente la presenza di uno o più fattori di rischio non vuol dire che certamente svilupperemo una neoplasia.
Quali sono i sintomi del tumore al seno
Ora conosciamo i fattori di rischio per questa patologia, ma come riconoscerne i sintomi? Scopriamo di seguito quali possono essere quelli più frequenti:
– Cambiamenti nella dimensione, forma o aspetto del petto
– Presenza improvvisa di piccole depressioni cutanee nella parte superiore della mammella
– Pelle arrossata e/o irritata nell’area mammaria o nella zona del capezzolo
– Aspetto “a buccia d’arancia” della pelle della zona mammaria
– Dolore alla zona del capezzolo
– Secrezioni non lattee dai capezzoli (talvolta rosacee per la presenza di sangue)
– Uno o più noduli o tessuto ispessito nella mammella o, meno di frequente, vicino all’ascella
Quest’ultimo è il sintomo più frequente e conosciuto, ma dal momento che ogni paziente sviluppa un proprio specifico quadro sintomatologico, non dobbiamo trascurare nessuno dei sintomi precedenti.
Azioni di prevenzione del tumore al seno
Abbiamo tutte le informazioni riguardo a sintomi e fattori di rischio, ma ci resta un interrogativo: cosa possiamo fare per prevenire il tumore al seno? Ecco alcune semplici azioni che possiamo mettere in pratica per imparare a prenderci cura di questa parte del corpo.
Stile di vita
Come per prevenire tante altre patologie, avere dei comportamenti salutari è sicuramente un aiuto. Questo comprende mantenere il normopeso, fare attività fisica regolare, evitare gli alcolici e preferire un’alimentazione che comprenda molti vegetali (in particolare broccoli e cavoli, cipolle e pomodori). Un’altra abitudine importante da considerare nel caso in cui si abbiano bimbi piccoli è di allattarli, perché in questo modo le cellule mammarie completano la propria maturazione e diventano più resistenti alle mutazioni.
Autopalpazione
Il primo gesto che possiamo mettere in pratica è anche il più semplice: si tratta dell’autopalpazione, una tecnica che ci permette di imparare a conoscere la nostra area mammaria e individuarne precocemente eventuali cambiamenti e trasformazioni, come la presenza di noduli. Ovviamente si tratta di un’integrazione rispetto ad altre azioni che vedremo tra poco, come l’ecografia e lo screening oncologico, ma non per questo meno importante.
Screening oncologico
Lo screening oncologico è uno strumento fondamentale per la diagnosi precoce. Ci sono diverse possibilità offerte dal Servizio Sanitario Nazionale per poter effettuare una mammografia gratuitamente, a cadenza annuale o biennale; attualmente, è il metodo più efficace per prevenire l’insorgere di neoplasie.
Ecografia
Per le donne più giovani l’ecografia è un buono strumento per esaminare la zona mammaria, naturalmente dopo essersi consultate con il proprio medico nel momento in cui compaiono sintomi o noduli. Un’altra buona abitudine, che possiamo mettere in pratica facilmente, è farci visitare da un ginecologo o da un senologo una volta all’anno, qualunque sia la nostra età.
Test genetico
Abbiamo parlato in precedenza della rilevanza della familiarità in questo ambito, quindi, dopo un consulto con un genetista che confermi l’utilità di questo esame, possiamo pensare di eseguire un test genetico che ricerchi le mutazioni dei geni BRCA 1 e BRCA 2 per capire quanto elevata è la probabilità di sviluppare una neoplasia. Nel caso si riveli alta, si possono intensificare i controlli ad esempio effettuando una risonanza magnetica per identificare per tempo l’insorgere di un tumore, oppure scegliere di ricorrere a una mastectomia (rimozione chirurgica delle mammelle) preventiva.
Ora abbiamo le informazioni necessarie per monitorare il nostro stato di salute; ricordiamoci sempre quanto un semplice gesto come l’autopalpazione ripetuta con costanza o una visita periodica possano fare la differenza nella prevenzione del cancro al seno.