È una forma di meditazione molto diffusa in Italia, così come in tutto il mondo, e lavora sulla “consapevolezza”. La teoria fu formulata nel 1982, attraverso una serie di ricerche scientifiche. Saki Santorelli è uno dei padri fondatori della disciplina, nonché direttore del Center for Mindfulness all’Università del Massachussets, che afferma: “La mindfulness è la consapevolezza che nasce dal prestare attenzione al momento presente, intenzionalmente e senza giudicare. Consapevolezza non è sinonimo di rilassamento e non è nemmeno una filosofia: è un modo di essere che implica lo stare costantemente in relazione con se stessi e con il mondo e l’accettare quello che c’è, sia che si tratti di disagio, di sofferenza, di passione o di piacere.”
Primo:la meditazione
In pratica, Mindfulness educa ad allontanarsi dalle ansie e dallo stress, avendo pieno controllo di sé, concentrandosi sul nostro presente. La capacità di essere presenti a noi stessi è qualcosa che ci appartiene da sempre, è innata. Per migliorare e facilitare questa capacità dobbiamo ricercare delle condizioni favorevoli. La meditazione è il primo passo per predisporre la mente. Stress, tensioni, delusioni quotidiane vanno ad influire sul nostro fisico, provocando, talvolta, malattie e stati emotivi di ansia. È l’attenzione intenzionale: ovvero, essere presenti nei momenti in cui compiamo delle azioni, far caso alle nostre sensazioni, anche le più semplici, far caso a ciò che facciamo…meno sbadatamente del solito, per dirla in altre parole.
Secondo: la consapevolezza
Da qui, il secondo elemento fondamentale di questa pratica: la consapevolezza. Dopo esserci concentrati dobbiamo registrare e mantenere questo stato di tranquillità percependo il significato delle cose che succedono, per sedimentare in noi una profonda conoscenza di se stessi. Col tempo ci permette di comprendere chi siamo veramente, oltre le convinzioni che noi e gli altri abbiamo. Assaporare le cose che facciamo ogni giorno distende la nostra mente. Apprezzare le cose semplici ancora di più. Amare l’attimo: una passeggiata, il piacere di un gelato o di un bel tramonto.
Vivere diversamente gli affanni.
Certo è che, di conseguenza, vivere con attenzione la propria vita comporta anche il fatto di essere più esposti alla sofferenza. Mindfulness cerca proprio il modo di imparare a farci accogliere anche gli eventi, le sensazioni più spiacevoli per noi. Del resto, la consapevolezza aiuta a guardare con prospettiva gli affanni. Un lavoro mentale, questo, che non è certamente facile ma aiuta ad avere una relazione più diretta, sincera e quindi più sana con la sofferenza. In questo modo, la via verso la serenità con cui affrontare i problemi potrebbe diventare tutta in discesa.
Ma come si arriva a questa condizione che sembrerebbe così positiva e benevola? Il programma MBSR definito dall’University of Massachussets Medical School prevede delle lezioni pratiche di meditazione: dalle due ore e mezza alle 3 ore e mezza, una volta alla settimana.
Inoltre ci sono degli esercizi da praticare a casa in sei giorni su sette per almeno 45 minuti al giorno. Alla sesta settimana del programma è previsto un ritiro finale di meditazione. A Roma c’è un Centro Italiano di Studi Mindfulness e a Milano possiamo trovare l’Associazione Italiana Mindfulness che possiede un elenco di conduttori abilitati.
Per informazioni:www.mindfulnessitalia.it