Mick Jagger è diventato padre per l’ottava volta a 73 anni, Richard Gere a 68: sono sempre di più gli “over” che diventano papà, non solo tra i vip. A differenza di quella femminile, la fertilità maschile non si interrompe con l’età, anche se è probabile che diminuisca con il passare del tempo. Pur avendo un ridotto potenziale di fertilità, la paternità per l’uomo è un evento possibile anche in età avanzata.
Famiglie e nuove famiglie.
Ma cosa vuol dire diventare padri a 50 anni e oltre? In un’epoca storica dove sembra sempre più complesso formare una famiglia da giovani, complice la ricerca del lavoro, l’instabilità economica, lo studio prolungato, l’assestamento della carriera, il desiderio di fare esperienze, la paternità tardiva arriva al termine di un percorso di maturazione. A 30 anni uomini e donne sono generalmente presi dalla voglia di raggiungere obiettivi (matrimonio, casa, lavoro), a 50 anni invece si può contare su più esperienza e maturità, per questo nasce il desiderio di diventare genitori. Come afferma Elisabetta Ruspini, docente alla facoltà di Sociologia dell’Università di Milano-Bicocca, si tratta anche di un fattore sociale: “Oggi le famiglie si formano tardi, e una volta sposati marito e moglie spesso scelgono di stare ancora per un po’ liberi, da soli: così spostano ancora più in là la nascita del primo figlio. Non solo: ci sono i figli di famiglie ricostituite, con fratelli probabilmente già grandi, nati da unioni precedenti.” Diventare genitori dopo i 50 significa entrare in un universo familiare nuovo, in cui cambiano le regole consuete della genitorialità, ma si rimane ben saldi sui valori fondamentali, che riguardano l’amore unico di un padre per i propri figli: sotto questo aspetto l’età non conta.