Cos’è lo shopping compulsivo
Lo shopping compulsivo può essere considerato un vero e proprio disturbo che riguarda la gestione degli impulsi. In pratica, questo atteggiamento è caratterizzato da episodi che si ripetono nel tempo: la persona è spinta da un bisogno irrefrenabile a fare acquisti.
Una ricerca piuttosto recente ha riscontrato che questo fenomeno riguarda in particolar modo il 90% delle donne di fascia media, di età intorno ai 40 anni. In realtà, già durante il periodo dell’adolescenza si possono avere dei primi episodi di shopping compulsivo. Magari, inizialmente, si tratta solo di dipendenza da acquisti, come una sorta di sfogo psicologico. Va da sé che questo comportamento, a lungo andare, può avere ripercussioni sia sul piano finanziario ma anche sul versante relazionale, lavorativo e psicologico. In realtà, gli oggetti acquistati durante questi “raptus” non sono necessari e, spesso, sono fuori dalle possibilità economiche dei soggetti coinvolti.
Come si sviluppa
Parliamo di shopping compulsivo quando gli gli acquisti si ripetono più volte in una settimana, quando il denaro speso per lo shopping è eccessivo rispetto alle proprie possibilità economiche, quando l’acquisto non si basa su reali bisogni ma ciò che conta è soddisfare un bisogno irrefrenabile che spinge a entrare in un negozio e uscirne carichi di pacchi.
Si possono evidenziare alcune fasi che regolarmente si presentano durante lo sviluppo di questo disturbo compulsivo.
La prima fase è quella che vede la persona molto stressata, in ansia per qualche motivo in particolare e comincia ad attuare un atteggiamento nevrotico nell’acquisto di oggetti di vario tipo. Nella seconda fase, invece, la persona inizia a progettare le sue compere, come fossero una sorta di rito. Pensa agli oggetti da acquistare, i negozi in cui andare e pianifica anche il metodo di pagamento. C’è poi una terza fase nella quale lo shopping compulsivo prende vita pienamente: fare acquisti eccita ed esalta la persona che sviluppa un bisogno incontrollabile e irrazionale di determinati oggetti. Quella che segue, la quarta, è una fase caratterizzata dal senso di colpa, vergogna e frustrazione della persona dopo aver acquistato.
Quali sono le cause?
Possiamo dire che il comportamento ripetitivo e compulsivo degli acquisti sia un tentativo per alleviare uno stato depressivo di cui la persona non è consapevole. Il comprare è un’azione che riesce a contenere l’ansia. Il senso di sollievo e appagamento che deriva dall’acquisto colma quella sensazione di vuoto e di frustrazione che la persona ha nelle sue relazioni, nel lavoro, nei confronti di se stessa.
Lo shopping compulsivo è una sorta di “terapia fai da te” del soggetto che non sa di stare male e per quale motivo. In qualche modo, però, questo tipo di comportamento aiuta a ridurre la sua tensione e riacquistare serenità. La scelta del negozio, la progettazione delle compere e l’eccitazione seguita dalla soddisfazione di aver acquistato qualcosa scarica tutta la tensione e ansia. Sicuramente, questi comportamenti, sono un modo inconscio di attirare l’attenzione su di sé. Si legano al bisogno di affermare il proprio potere sulle scelte personali e, così, contrastare un complesso di inferiorità covato magari anche per anni.
Come guarire dallo shopping compulsivo
Essendo un disturbo legato alla bassa autostima di sé e, quindi, inerente allo stato psicologico della persona, è indispensabile rivolgersi ad un terapeuta. Sicuramente non sarà facile convincere il soggetto del suo disturbo, renderlo consapevole del suo disagio. Questo però è fondamentale per iniziare un percorso di dialogo con se stesso.
In America, per esempio, esistono gruppi organizzati di Debitori Anonimi, vittime di questo disturbo. Si riuniscono per fare terapia di gruppo per condividere le proprie esperienze ed emozioni legate a questo comportamento.
Parlarne è sicuramente un primo tentativo positivo di uscire dal tunnel della dipendenza da shopping!
Fonti:
- www.fondazioneveronesi.it
- www.centropsiche.it