Il contatto con la natura aiuta a combattere ansia e depressione
“Invecchiare è un privilegio e una meta della società. E’ anche una sfida, che ha un impatto su tutti gli aspetti della società del XXI secolo.”
Il messaggio è dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ed è significativo perché vuole attirare l’attenzione sulla dignità all’esistenza anziana. È un piccolo spunto di riflessione sulla qualità della vita di chi è “grande”, che spesso poco considerata all’interno della società.
Si vive sempre più a lungo, per questo è importante vivere bene, in modo qualitativamente soddisfacente.
Tra tanti aspetti della vita dell’anziano che possono qualificare positivamente le sue giornate oggi vogliamo soffermarci sulla possibilità di trascorrere del tempo all’aria aperta.
Il contatto con la natura è considerato prioritario per i bambini e per i giovani, ma spesso non lo è altrettanto per gli anziani. Al contrario, recentemente psicologi e operatori sociali hanno posto in evidenza come possa esser particolarmente stimolante per gli ultra settantenni godere del verde e del paesaggio naturale. Per alleviare lo stress e permettere di trascorrere del tempo dedicandosi a un’occupazione green oggi si parla molto, e non solo in Italia, di ortoterapia.
In alcuni casi questo è un vero e proprio approccio terapeutico, a corollario di terapie ospedaliere o intraprese presso centri sociali. È facile pensare che prendersi cura dell’orto con una certa costanza e dedizione possa favorire il buon umore e aiutare a muoversi con più disinvoltura all’aria aperta, ma lo è altrettanto considerare l’aspetto della fatica di chinarsi, strappare erbacce, zappettare…
Un orto più accessibile.
È quindi consigliato per lo scopo e particolarmente diffuso l’orto rialzato, che si rivela la miglior soluzione per chi ha problemi a piegarsi e per chi vuole un orto poco impegnativo in fatto di manutenzione; l’orto nel cassone è più facile da lavorare, perché permette di liberare le piante dalle infestanti con meno sforzo.
Esercizio fisico, ma non solo.
Seminare e coltivare anche poche piante vuol dire prima di tutto muoversi, stimolare il coordinamento mano-occhi, accrescere la propria forza e resistenza. Tutto questo si tramuta poi in anti stress perché prendersi cura di un essere in crescita, seppur vegetale, distrae dai propri acciacchi e pensieri e pone in una prospettiva più positiva, che guarda al futuro.
A questo si aggiunge la socializzazione che deriva dal praticare l’ortoterapia in gruppo. Nelle sessioni, ognuno ha un suo ruolo, ci si scambiano consigli e suggerimenti, e l’autostima e il piacere dello stare insieme fanno “crescere” tutti, non solo le piante.
Da ultimo, va detto che fare l’orto è un mestiere e anche in questo caso l’insegnarlo o l’impararlo stimola la memoria e le altre capacità cognitive.