Il Thai Stretching vede le sue origini da un insieme di pratiche molto vicine alla digito-pressione cinese e alla cultura indiana dello Yoga.
Quel che è certo, è che la spiritualità riveste un ruolo fondamentale nella storia del Thai Stretching: pare che già i monaci in Tibet usassero questa tecnica nei loro templi, come modo per allentare le lunghe sedute di meditazione.
Il Thai Stretching Massage, infatti, nasce con l’intento di migliorare la mobilità articolare e l’elasticità muscolare attraverso digito-pressioni, pressioni palmari e manovre di stretching esercitate da parte di un esperto, che utilizza palmi, dita, piedi, gomiti, ginocchia per fare pressione, tirare, allungare, allentare e guidare l’organismo in una serie di posizioni, utilizzando il corpo del paziente come fosse una leva.
La tecnica del Thai Stretching
Il Thai Stretching prevede circa 60 posizioni ed è particolarmente consigliato in caso di tensioni muscolari per chi ha un lavoro molto sedentario o per ex sportivi agonisti, che in questo modo possono alleggerire la muscolatura e le articolazioni, contrastando i disturbi che possono sopraggiungere in caso di rallentamento dell’attività motoria.
La tecnica dello Stretch Massage è formata da lente e ritmiche compressioni lungo le linee energetiche, alternate a movimenti che seguono le posizioni dello yoga assistito. Ogni seduta è pensata su misura per le esigenze individuali e studiata sulle condizioni e necessità specifiche della persona che riceve il trattamento.
L’intensità della pressione può essere leggera, media o forte a seconda della sensibilità, flessibilità e mobilità articolare, ma anche dell’età e delle condizioni di salute del paziente.