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Ipocondria e cybercondria

L’ipocondria come forma d’ansia

Avete presente i film in cui Carlo Verdone interpreta personaggi che vanno in fissa per un colpo di tosse in più o una pustolina che appare dal nulla? Per questi tipi umani, per i quali la preoccupazione per il proprio stato di salute diventa morbosa al punto da inficiare la vita quotidiana, si parla di  ipocondria. Chi soffre di questo disturbo tende ad andare spesso dal medico, senza però essere appagato dalle di lui rassicurazioni e spiegazioni. Ciò innesca la richiesta di diversi pareri, il sottoporsi a visite ed esami non necessari, l’interpretazione di qualsiasi sintomo come catastrofico, con monitoraggio continuo e ossessivo delle proprie sensazioni. Come tutte le forme d’ansia, anche l’ipocondria genera cambiamenti nel comportamento e nei pensieri di chi ne è affetto, variabili in base all’intensità del disturbo.

Cyberipocondria, ovvero l’ipocondria 2.0

Possiamo dire che Internet non fa bene a chi soffre di questo disturbo. La cyberipocondria è quel fenomeno che si riferisce alla relazione tra ricerca di informazioni e diagnosi mediche disponibili su internet, con conseguente crescita delle preoccupazioni sul proprio stato di salute. Il soggetto che ne soffre indaga navigando qui e là sui motori di ricerca, ipotizzando ed elucubrando sulla corrispondenza tra sintomi e possibili patologie. L’impulso a cercare online diventa spesso incontrollabile, a caccia di conferme e rassicurazioni. E così, sulla Rete, più l’ipocondriaco cerca e più aumenta la sua incertezza, poiché non esiste un controllo sulle fonti, e molto spesso non vi sono riportate voci autorevoli. Senza un “check” dal vivo, vengono spacciate per reali diagnosi virtuali per lo meno approssimative se non addirittura errate, che non hanno valore e creano solo ulteriore preoccupazione. Potrebbe esserci capitato di accorgersi che una persona vicina, il partner, un amico, una collega, siano entrati nel circolo vizioso dell’autodiagnosi, in particolare quando, con l’avanzare con l’età, fisiologicamente gli acciacchi aumentano. Cerchiamo di essere comprensive, di sdrammatizzare e di consigliare alla persona cara di rivolgersi a un professionista.

La famiglia e il medico di fiducia

La vera soluzione per chi soffre di ipocondria e cyberipocondria è la fiducia verso il proprio medico, quello in carne e ossa: è fondamentale relazionarsi con lui, un professionista disponibile, ma anche fermo nel mantenere il controllo del processo di cura. Si rivela anche importante dare fiducia a persone care in grado di accogliere le preoccupazioni, senza sminuirle.

Fonti: https://www.corriere.it/cronache/18_ottobre_31/web-nuovo-regno-null-9b53bfdc-dd52-11e8-989f-9f5167836d06.shtml

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