Osteopatia: una terapia manuale che mette al centro le persone
L’osteopatia è una terapia manuale complementare alla medicina classica che si concentra sulla persona piuttosto che sul singolo disturbo. Secondo l’osteopatia, infatti, “il corpo è un tutto” e bisogna osservarlo e trattarlo nella sua totalità, poiché le sue diverse parti sono collegate da un tessuto connettivo che le fa convivere e lavorare sinergicamente, a beneficio di tutto l’organismo.
Per l’osteopatia ogni disturbo o problematica è una condizione derivante da un disequilibrio tra il piano anatomico e quello fisiologico, che può essere trattato e riportato alla “normalità” attraverso la terapia manuale e quindi la figura dell’osteopata.
Ma chi è l’osteopata e cosa cura?
Per provare a spiegarlo in termini semplici, ma non semplicistici, l’osteopata è colui o colei che, attraverso la terapia manuale, può aiutarci a tornare in equilibrio con noi stessi, provando a rinormalizzare proprio quel disequilibrio a cui accennavamo poco fa.
E qui immaginiamo la vostra domanda, che poi è un po’ quella di tutti: ma che differenza c’è tra l’osteopatia e la fisioterapia? Approfondiamolo insieme nel prossimo paragrafo.
La differenza tra osteopatia e fisioterapia: approcci distinti per il benessere fisico e mentale
Come abbiamo già accennato, l’osteopatia è una terapia che si avvale di trattamenti manuali non invasivi. Può curare i bambini come gli anziani, le donne in gravidanza come gli sportivi, e aiutare tutti a risolvere disturbi che impongono uno stile di vita sacrificato, all’insegna del dolore.
È stata introdotta nel 1864 da Andrew Still, un chirurgo americano all’epoca poco convinto dell’efficacia della medicina tradizionale per quel che riguarda l’equilibrio tra corpo e mente.
Secondo Still, l’osteopatia si fonda su tre principi basilari:
- Il corpo è in grado di auto-regolarsi e auto-guarirsi, può quindi contravvenire alle malattie a patto che tutti i suoi “sistemi” siano liberi di funzionare correttamente;
- Struttura e funzione sono correlate, poiché l’una controlla e regola le altre. Ecco quindi che a scheletro e articolazioni “sane” corrispondono le loro sane funzioni e funzionalità;
- Il corpo umano è un tutt’uno dinamico, tra scheletro, muscoli e organi interni, non lo si può quindi “curare” a compartimenti stagni!
Ora forse avrete capito un po’ meglio perché l’osteopatia guarda al paziente più che alla malattia e perché la terapia può riportare ognuno di noi in equilibrio, a livello “globale”.
Ma quali sono le differenze con la fisioterapia?
La fisioterapia è una branca della medicina che si occupa della cura e riabilitazione di pazienti affetti da patologie, acquisite o genetiche, a livello muscoloscheletrico e neurologico. Come l’osteopatia, anche in questo caso parliamo di un trattamento di una patologia, ma, a differenza della prima, questo può essere sia manuale (per le mani di un fisioterapista) sia meccanico, grazie all’utilizzo di veri e propri macchinari fatti apposta per il percorso riabilitativo (tecarterapia, laserterapia, ultrasuoni etc.).
Un approccio quindi meno “globale” o olistico e più localizzato sulla parte interessata dal trauma.
Osteopatia e fisioterapia, però, hanno dei punti in comune, primo tra tutti l’interesse alla persona e alla sua salute, e lo stretto rapporto che si instaura tra operatore (osteopata o fisioterapista) e paziente stesso.
Lo sappiamo, avete un’altra domanda: che differenza c’è tra osteopata e fisioterapista e a quale dei due mi conviene rivolgermi per la mia salute?
Abbiamo un altro paragrafo per voi, per rispondere in modo semplice e chiaro.
Differenze tra osteopata e fisioterapista: affidiamoci alle mani giuste!
Il fisioterapista e l’osteopata sono due figure volte a prendersi cura del paziente e a rimetterlo in sesto: questo sicuramente è il loro primo tratto comune, nonché la loro missione professionale. Ma vediamoli ora nel dettaglio.
Il fisioterapista
- è un operatore sanitario che ha conseguito un titolo di laurea in Fisioterapia;
- può lavorare da solo o collaborare con altre figure, come per esempio gli ortopedici;
- si occupa della prevenzione, cura e riabilitazione di patologie congenite o acquisite;
- all’attività manuale può affiancare l’utilizzo di macchinari (tecar, laser etc);
- può proporre al paziente l’adozione di protesi, lo aiuta a adottarle e ne verifica l’efficacia;
- elabora e propone un piano riabilitativo e ne verifica l’efficacia.
L’osteopata, invece,
- è una figura professionale di recente riconoscimento (Legge 3/2018) e ancora non ha un percorso universitario dedicato;
- ha un approccio olistico, poiché si basa sulla convinzione (o meglio su uno dei principi fondamentali dell’osteopatia) che il corpo possa autoguarirsi, grazie anche all’aiuto di tecniche manuali;
- le mani sono il suo unico strumento di lavoro;
- si concentra sulla struttura del paziente (a livello di scheletro e muscolatura), la tratta con la manipolazione e la rende più armonica nelle sue funzioni;
- può essere un fisioterapista che ha preso un diploma in Osteopatia.
Per trarre una conclusione che vi aiuti a capire ancora meglio, l’osteopata corregge o addirittura ripristina problematiche legate alla struttura corporea nella sua interezza, mentre il fisioterapista aiuta il paziente a utilizzare meglio il suo corpo, area per area.
Certo è, che avvalervi di entrambe, qualora si presentino dolori intensi alle articolazioni o durante i movimenti, potrebbe essere una scelta vincente! Chiedete consiglio anche al vostro medico di base: saprà indirizzarvi verso la scelta più giusta per voi.