Gestiamo l’infodemia

L’informazione e il web ai tempi della pandemia

In questi lunghi mesi trascorsi in casa il mondo circostante ci è apparso differente, distopico. Abbiamo perso molte sicurezze che appartenevano al nostro orizzonte quotidiano e ci siamo ritrovati smarriti, alla ricerca di qualche certezza a cui aggrapparci. 

Il web è diventato per alcuni di noi un punto di riferimento, un modo per restare in contatto con amici e familiari, il luogo virtuale in cui cercare risposte alle nostre domande, e, a volte, sfogarci. Ma cosa succede quando non sappiamo più come orientarci tra fonti e informazioni del web?

È il rischio dell’infodemia, termine che deriva dall’inglese «infodemic»: un neologismo composto dai sostantivi info(rmation) ed (epi)demic e che si riferisce alla diffusione di una quantità eccessiva di informazioni, di cui non sempre si conoscono o si possono recuperare le fonti e delle quali non siamo certi per accuratezza e attendibilità.

Il rischio non è solo imbattersi in informazioni errate, imprecise, o addirittura in fake news, ma soprattutto, in un periodo così delicato e inedito per la storia dell’umanità, che la ricerca di notizie diventi un chiodo fisso, che producainquietudine e preoccupazione. 

L’allarme dell’Organizzazione Mondiale della Sanità

L’allerta è stata lanciata dall’Oms, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che qualche mese fa ha posto l’attenzione proprio sull’infodemia, una “sovrabbondanza di informazioni, alcune accurate e altre no, che rendono difficile per le persone trovare fonti affidabili quando ne hanno bisogno”. D’altra parte proprio nei momenti in cui i comportamenti individuali sono essenziali per la tutela della collettività, un’informazione confusa potrebbe renderci assai più complicata la gestione di situazioni di emergenza, in quanto delle comunicazioni contraddittorie o imprecise potrebbero aggravare la preoccupazione.

Come orientarsi, allora, in questo marasma di informazioni, commenti e link sulla pandemia? Innanzitutto proviamo a tutelarci scegliendo canali e fonti della cui attendibilità siamo certi: versioni digitali di giornali, ma anche riviste, blog e pagine social di giornalisti e autori che conosciamo. Diffidiamo dei titoli sensazionalistici e scegliamo un singolo momento della giornata da dedicare all’informazione, che sia al mattino o alla sera: l’importante è non diventarne ossessionati. Se poi il web ci disorienta, perché non tornare alla rassicurante carta stampata o al radiogiornale?

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